
Alcune informazioni per conoscere l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona: in che anno è stato fondato? Quanti sono gli ingegneri iscritti? Come sono divisi tra uomini e donne? Quanti sono i nuovi iscritti ogni anno? Sono in aumento? Quanto dura il suo mandato? Quando scadrà? Come siete strutturati?
L’Ordine degli ingegneri della provincia di Ancona è nato nel 1930 ed ha attualmente circa 2800 iscritti, con una percentuale di presenza femminile del 23/24 %.
Le iscrizioni annuali ultimamente hanno oscillato tra le 75 e le 100 unità, non si sono verificati saldi negativi, ma la crescita di alcuni anni fa si è fermata.
Gli ingegneri iscritti sono distribuiti tra i settori civile ambientale, industriale e dell’informazione, ma sono poi occupati in una miriade di attività tra libera professione, lavoro dipendente privato o nella pubblica amministrazione, imprenditori, docenti ed altro.
Nel Consiglio dell’Ordine siedono 15 consiglieri tra cui il presidente, il segretario ed il tesoriere.
Il mandato ha la durata di quattro anni e l’attuale è in scadenza, per cui a breve si andrà al voto per il rinnovo.
A supporto del Consiglio sono in attività 13 tra commissioni e gruppi di lavoro con diversi ambiti di competenza, mentre le attività amministrative vengono gestite tramite una segreteria operativa.
- Dopo la Rete Provinciale delle professioni nata lo scorso anno state lavorando ad una rete regionale, proprio su impulso della vostra Federazione. A che punto è? Parteciperanno gli stessi ordini e collegi o se ne aggiungeranno degli altri? Come vi proponete con questa Rete?
Con i colleghi geometri, architetti e periti industriali abbiamo ritenuto opportuno costituire anche nel nostro territorio provinciale la rete delle professioni tecniche in analogia a quella nazionale, coordinata per altro dal nostro presidente nazionale.
L’obiettivo è stato poi quello di promuoverne una a livello regionale, coinvolgendo tutti gli ordini delle Marche ed allargandone la partecipazione ad altre professioni che volessero aderire.
Riteniamo che la rete possa permetterci come professioni tecniche di parlare con un unica voce alle istituzioni e proporci come interlocutori compatti in ogni tavolo dove si discutono tematiche che ci vedono cointeressati ed in definitiva sostenere congiuntamente posizioni condivise con la pubblica amministrazione, con i media, con la collettività.
- Riguardo alla rete provinciale quali sono le iniziative che lei valuta più importanti e interessanti da intraprendere? State pensando a dei seminari e convegni su quali tematiche?
Stiamo già pensando ad iniziative da intraprendere insieme, quali eventi di comunicazione e divulgazione aperti al cittadino per fornire un servizio di supporto ed informazione su tematiche tecniche di particolare interesse.
Parallelamente vorremmo organizzare congiuntamente attività formative per i nostri colleghi iscritti sui molteplici argomenti oggetto di formazione obbligatoria per ingegneri, geometri, architetti, periti industriali e mi riferisco in particolare alle strutture, all’edilizia ed architettura, all’impiantistica, all’urbanistica, senza dimenticare le problematiche dell’attività professionale in genere e della deontologia, che riteniamo oggi ancora importante per mantenere alto il livello di qualità e di credibilità delle categorie professionali tecniche.
- Riguardo al Terremoto anche gli Ingegneri come gli Architetti e i Geometri sono tuttora impegnati nelle rilevazioni dei fabbricati colpiti dal sisma. Quali sono le maggiori difficoltà?
Da subito dopo il recente sisma i tecnici hanno manifestato la loro disponibilità nella gestione dell’emergenza ed in particolare nella rilevazione dei danni ai fabbricati.
Moltissimi colleghi hanno già preso parte alle attività sui territori colpiti dal terremoto e nonostante l’impegno e la dedizione di tanti, le difficoltà sono state subito evidenziate. Inizialmente tante energie sono state disperse impiegando i tecnici in territori lontani dai loro luoghi d’origine, nel tentativo di evitare che dietro un ruolo di volontario si nascondesse un interessata opportunità di incarico professionale.
Da parte nostra riteniamo che ciò abbia solo determinato un inutile ritardo nelle attività di accertamento dei danni, oltre che gettare un generico ed infamante sospetto su tutti i tecnici. Fortunatamente a seguito delle istanze degli Ordini, le istituzioni preposte hanno compreso che una più snella ed agevole organizzazione delle attività dei volontari avrebbe facilitato gli accertamenti e le verifiche, oltre che eliminato tanti disagi ai colleghi impegnati.
Ancora sono numerose le incertezze sulle modalità di partecipazione alle attività, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione che seguirà alla valutazione dei danni e di cui dovremo ancora parlare per lungo tempo.
- Il Presidente Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, che è anche presidente della Rete delle professioni tecniche a livello Nazionale, come si sta adoperando con il Commissario Vasco Errani circa le modifiche da apportare alle varie ordinanze e decreti sul tema della ricostruzione che stanno comportando rallentamenti?
Il nostro Presidente Zambrano, coordinatore della rete nazionale, partecipa ormai da tempo ad un tavolo di confronto con il commissari Errani e tramite lui abbiamo portato all’attenzione del Commissario e della Protezione Civile le criticità che andavamo incontrando e suggerendo l’adozione di provvedimenti tesi a facilitare l’impiego dei colleghi, a semplificare e velocizzare gli accertamenti e in definitiva fornire un miglior servizio ai cittadini duramente colpiti dai fenomeni sismici.
Riteniamo che siano ancora diverse le azioni che possiamo portare avanti in tale sede per arrivare sempre più a modalità di intervento concertate per una ricostruzione ottimale. Vorremmo essere considerati non più categorie da tener lontane dalle decisioni e da tenere solo sotto controllo, ma interlocutori esperti e disponibili da coinvolgere nelle tematiche di contenuto tecnico.
Nel nostro territorio poi riteniamo di essere portatori di un esperienza sicuramente efficace e positiva quale quella vissuta nel terremoto Marche Umbria del 1997.
- Una tematica che viene dibattuta a livello di professioni riguarda gli eccessivi ribassi proposti da professionisti per prendere incarichi pubblici, in sostanza quello che viene comunemente chiamato “svendita del titolo”. Qual è il vostro punto di vista su questo tema?
Il tema del massimo ribasso o dei ribassi esagerati nelle gare per ottenere incarichi è sicuramente la peggiore manifestazione di svilimento della prestazione professionale, che pregiudica quella rispettabilità e quella credibilità conquistata dai professionisti del passato nell’opinione pubblica, il cui lavoro dignitoso e decoroso, rappresentava la traduzione di sapere ed esperienza in servizio per la comunità.
In questo la rete può fare molto nel tentativo di riportare la professione ad un livello di qualità adeguato, cercando di far comprendere che la qualità stessa è strettamente legata ad una certa, predeterminata e congrua valutazione economica del lavoro professionale, ma sostenendo con i propri iscritti che non è certo l’eccessiva riduzione delle offerte economiche che può garantire la disponibilità di lavoro ed il mantenimento di un decoroso livello del ruolo professionale.
In ciò l’attenzione in particolare ai giovani potrà dare un sostanziale contributo positivo.
di Davide Amicucci