
Alcune informazioni per conoscere l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia di Ancona: in che anno è stato fondato? Quanti sono gli architetti iscritti? Come sono divisi tra uomini e donne? Quanti sono i nuovi iscritti ogni anno? Sono in aumento? Quanto dura il suo mandato? Quando scadrà? Come siete strutturati?
L’Ordine degli Architetti, prima a carattere regionale, è divenuto provinciale il 13/03/1984. Gli Architetti iscritti attualmente sono 676, dei quali: donne 289 uomini 387. I nuovi iscritti sono circa 15 ogni anno. Purtroppo in questi ultimi anni, vista la tragica crisi del settore edilizio, le iscrizioni sono in forte calo, basta pensare che un paio di anni fa eravamo oltre 700 iscritti. I nostri mandati durano 4 anni, io sono presidente dal 2003 dopo essere stato precedentemente vice presidente e segretario. Il mandato di questo consiglio è in scadenza, staremo in carica indicativamente fino al mese di settembre, attualmente sono in corso le elezioni. Essendo presidente ormai da circa 14 anni logicamente non sono ricandidabile. Il nostro consiglio è composto da 11 architetti che, come detto, rimangono in carica 4 anni. A seguito della riforma delle professioni non siamo più una magistratura (esiste uno specifico Consiglio di disciplina). Noi ci occupiamo della tenuta dell’Albo, dell’aggiornamento professionale, di organizzare eventi, siamo anche componenti della Federazione Regionale degli Architetti, della Fondazione degli Architetti, abbiamo aderito alla Rete Tecnica delle Professioni Provinciale ed al Cup comitato unico professioni.
Dopo la Rete Provinciale delle professioni nata lo scorso anno state lavorando ad una rete regionale. A che punto è? Parteciperanno gli stessi ordini e collegi o se ne aggiungeranno degli altri? Come vi proponete con questa Rete?
Al momento il passaggio da rete provinciale a regionale direi che è fermo, non perché riteniamo che non sia importante fare questo passaggio, ma perché non sono forse ancora maturi i tempi, più che altro da un punto di vista organizzativo.
Riguardo alla rete provinciale quali sono le iniziative che lei valuta più importanti e interessanti da intraprendere? State pensando a dei seminari o convegni su quali tematiche?
Devo dire che la rete provinciale istituita circa 10 mesi or sono sta lavorando bene, con la massima armonia e condivisione tra i vari ordini componenti. Ci siamo occupati di problematiche relative alle consulenze tecniche di ufficio, eventi ed incontri relativi alla problematica del terremoto, con l’obbiettivo di intraprendere una ricostruzione rispettosa dei tempi dove i tecnici rappresentanti delle specifiche categorie contribuiscano, ciascuno rispettosi delle specifiche competenze, ad una ricostruzione di estrema qualità che si potrà raggiungere non facendo la corsa ad accaparrarsi il maggior numero di incarichi, ma ad occuparci di ciò che sappiamo fare meglio. Pensiamo sia una grande occasione per far sì che architetti ingegneri geometri periti ecc., collaborino tra loro magari anche in maniera strutturata organizzandosi in studi associati o società tra professionisti contribuendo a creare studi che riescano a dare risposte a 360°.
Riguardo al Terremoto anche gli Architetti, come gli Ingegneri e i Geometri, sono stati impegnati nelle rilevazioni dei fabbricati colpiti dal sisma. Quali sono le maggiori difficoltà?
In merito ai sopralluoghi post sisma penso che dobbiamo ringraziare tutti i colleghi che si sono resi disponibili seppur con grandi difficoltà a partecipare, sottraendo tempo alle loro attività in un momento di estrema crisi dove per piccole strutture professionali perdere giornate di lavoro diventa veramente complicato.
Una tematica che viene dibattuta a livello di professioni riguarda gli eccessivi ribassi proposti da professionisti per prendere incarichi pubblici, in sostanza quello che viene comunemente chiamato “svendita del titolo”. Qual è il vostro punto di vista su questo tema?
Sui compensi professionali pensiamo che la scelta avvenuta con il decreto Bersani di eliminare i minimi tariffari sia stata deleteria, non solo per noi professionisti, ma per il sistema paese perché non ha portato altro che ad un abbassamento evidente della qualità dei lavori, e ad un aumento del contenzioso con relativi ritardi sulle procedure e quindi sul completamento dei lavori.
di Davide Amicucci