
Quali sono secondo lei le principali criticità dal punto di vista urbanistico della città di Fabriano? Come intendete intervenire?
Fabriano si è sviluppata storicamente senza un piano urbanistico. Abbiamo insediamenti industriali inseriti in contesti residenziali e interi quartieri il cui sviluppo armonico è stato impedito da aree industriali posizionate a macchia di leopardo intorno alla città. Intervenire per risolvere questa situazione è alquanto difficile. La nostra amministrazione si è data l’obiettivo di recuperare alcune zone degradate, e di intervenire sul piano urbano del traffico che attualmente non esiste, per migliorare le condizioni in termini almeno di vivibilità. Stiamo ragionando anche sul meccanismo della banca delle cubature per riuscire a scambiare volumetrie di scarso valore con nuove edificazioni.
L’edilizia è ormai in forte difficoltà in tutta Italia, con chiusure di aziende e diminuzione del personale. Cosa può fare il Comune per aiutare le aziende del settore a a risollevarsi?
Crediamo che bisogna intervenire sul recupero e sul miglioramento dell’esistente. Siamo convinti che un serio piano di adeguamento o miglioramento sismico e dell’efficienza energetica degli immobili farebbe attivare il più graned cantiere a cielo aperto che il nostro paese abbia mai conosciuto. Chiaramente, per fare questo, è necessaria una forte presa di posizione e una inversione di politica da parte del Governo centrale.
Il territorio di Fabriano negli ultimi anni ha perso popolazione. Qual è la situazione abitativa, soprattutto in termini di edilizia agevolata?
Fabriano ha perso popolazione ma ancora di più ha perso reddito. L’edilizia popolare e a canone agevolato attualmente a disposizione non è assolutamente sufficiente a rispondere alle esigenze di una comunità in difficoltà. Una nota particolare va fatta in riferimento all’edilizia a canone agevolato per la quale è necessario rivedere i canoni attualmente richiesti e che non corrispondono più alla condizione aggiornata del mercato degli affitti. Il problema principale è dovuto al fatto che in passato sono state inserite in questi appartamenti delle famiglie con reddito zero che non sono nelle condizioni di sostenere il pagamento dell’affitto, con conseguente attivazione di un cortocircuito che coinvolge tutte le famiglie e che stiamo cercando di risolvere.
E’ stata portata a termine la scopertura di un primo tratto del fiume Giano. Procederete con i lavori per portare alla luce nuovi tratti?
Il fiume Giano verrà completamente scoperto ed è nostra intenzione mantenerlo scoperto anche al termine dei lavori per il collettamento fognario. E’ necessaria una variante al progetto che, secondo la nostra visione, dovrà consentire di poter intervenire anche in futuro per implementarlo man mano in base alle nuove esigenze che dovessero presentarsi. Un progetto cioè che non precluda nuovi interventi migliorativi che potranno coinvolgere anche le aree circostanti al fiume, creando comunicazione tra gli spazi.
Il territorio comunale di Fabriano è ampio e caratterizzato dalla presenza di numerose frazioni di grande qualità architettonica e paesaggistica. Quali sono le vostre idee per valorizzarle?
Stiamo improntando un ufficio Europa in grado di intercettare i fondi diretti. Uno degli obiettivi sarà proprio intervenire sui centri abitati storici delle frazioni per renderli attrattivi non solo turisticamente ma anche per attività artigianali, agricole e di prima trasformazione. L’idea è che i piccoli borghi. per quanto possibile, devono tornare ad essere abitati da persone che poi nello stesso borgo stabiliscono anche la propria sede di lavoro. Altri interventi importanti sono previsti a breve sulla rete dei sentieri che coinvolgono quasi tutti i borghi montani.
Purtroppo anche Fabriano è stata colpita dai recenti eventi sismici. Qual è la situazione dei controlli agli edifici?
Grazie alla richiesta, e al successivo invio da parte della Regione, di squadre a supporto a quelle interne alla nostra struttura siamo riusciti ad accelerare smaltendo quasi 1000 pratiche in meno di tre mesi. Attualmente mancano circa 150 sopralluoghi che contiamo di terminare entro pochi giorni.
Avete intenzione di concentrare la vostra attenzione sul recupero di un bene architettonico in particolare o agire sul tutto il tessuto cittadino?
Ci interessa particolarmente il centro storico nel suo complesso, mentre interventi specifici dipenderanno dalla nostra capacità di intercettare i fondi diretti per improntare progetti più importanti. Attualmente abbiamo diversi edifici storici lesionati dal sisma del 2016 che sono inseriti nel piano degli interventi e sarà su quelli che eventualmente potremo misurare la nostra capacità di intravederne un uso diverso rispetto a quello che ne veniva fatto in passato, anche attraverso un maggiore coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale.
Fabriano ha ospitato nel 2014 la mostra Da Giotto a Gentile. Quali sono le vostre idee per rilanciare il turismo a Fabriano, magari valorizzando il grande patrimonio dell’arte e industria della carta?
Nel 2019 Fabriano ospiterà l’annual meeting delle città creative Unesco. Sarà un’occasione unica per mettere in vetrina tutte le nostre peculiarità che vanno dall’architettura, all’arte, all’enogastronomia fino ai prodotti artigianali tra i quali, ovviamente, spicca la carta. Abbiamo sempre detto che Fabriano deve avviare un percorso che deve portarla ad essere la capitale della carta riconosciuta a livello internazionale. Abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare, basta crederci un pò di più e creare sinergie con le realtà già presenti. Crediamo che sarà vincente riuscire a proporre la carta in modo diverso, magari arricchendola di contenuti tecnologici, cosa che alcuni artigiani locali stanno già facendo.
di Davide Amicucci